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Come vivere la terza età Piccola guida per affrontare l’ ultima parte della vita

Come vivere la terza età Piccola guida per affrontare l’ ultima parte della vita

L’ invecchiamento rappresenta la terza e ultima età della vita, fase che oggi si è progressivamente prolungata con l’ innalzamento dell’ età media.
In Italia questo dato si attesta attorno ai settantotto anni per gli uomini e oltre ottanta per le donne.
Spesso si rischia di trascorrerla all’ insegna della depressione e/o della disperazione, poiché l’ idea che permane è quella della fine e dell’ abbandono: ci si sente dimenticati, incompresi e inutili.

Ma come mai si ha paura di invecchiare?
Il timore viene alimentato dal fatto che l’opinione pubblica è volta a privilegare “il giovane e il bello” e si ha la convinzione che ci si stia affacciando verso un periodo di distacco e perdite.
La terza età è infatti una fase costellata da tante conclusioni. L’uscita dalla vita attiva, la fine della giovinezza e della prestanza fisica, la conclusione di molte relazioni interpersonali compromesse dalla morte di familiari e amici, la fine del lavoro con il pensionamento, sono tutte perdite che un anziano si trova inevitabilmente ad affrontare.

Esistono diversi modi di invecchiare.
C’è un primo modo ideale caratterizzato da serenità, lucidità e responsabilità, senza eccessivi timori della morte.
La seconda maniera consiste nel subire l’invecchiamento. Molti anziani non riescono ad accettare la realtà della diminuzione delle proprie capacità di lavoro, di relazioni, di sopravvivenza. Sono stati traumatizzati dall’arrivo del periodo della pensione che vivono come un riposo forzato e doloroso.

C’è anche una terzo modo di invecchiare, quello di coloro che non vogliono credere all’ invecchiamento e perciò, nascondono a sé e agli altri, il loro decadere truccandosi, vestendosi e vivendo come fossero ancora giovani.

Come si può dunque affrontare la terza età senza uscirne sconfitti?
Un primo consiglio è prepararsi per questa tappa della vita cercando di affrontare i problemi biologici, fisiologici, psicologici e spirituali che producono le crisi esistenziali. Non cedere alla nostalgia e al continuo tornare ai ricordi e ai fatti del passato con rimpianto
Il secondo suggerimento è quello di non isolarsi, ma di arricchire il proprio tempo di relazioni e incontri sfruttando l’opportunità di vivere nuovi rapporti. Privilegio di cui alcuni non hanno potuto godere e di cui dunque è bene essere grati.

Infine il terzo consiglio è quello di non cedere all’abitudine che alla fine spinge a non “ri-pensarsi” e ad abbracciare uno stato di pigrizia.
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